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Claudia Sabina Giordano: impegno, passione e instancabilità nella lotta per la parità di genere

Claudia Sabina Giordano

Claudia Sabina Giordano
Area Territorio - U.O. Partecipazione e servizi specialistici > Architetto

Penso che l’evento di questa sera sia solo l’inizio di un lungo percorso di cambiamento, per cui voglio dare il mio contributo ed essere propositiva affinché questo percorso continui.

Come rispondo da sempre alla differenza di genere? Mettendo impegno, perseveranza e passione in tutto ciò che faccio, che penso, che dico! Per cui anche nel mio lavoro.

Ho deciso di svolgere questa professione da quando avevo 12 anni e voglio portare tre esempi in riferimento alla mia battaglia personale sulla parità di genere.
Il primo risale agli anni universitari quando, contemporaneamente allo studio, lavoravo accanto a un anziano Direttore di Cantiere: in un ambiente maschile, la mia presenza era accolta con diffidenza e ironia. Ho risposto con dedizione/impegno, voglia di apprendere ed empatia. Quell’esperienza mi ha formato dal punto di vista professionale ma soprattutto dal punto di vista umano.
Il secondo esempio è relativo al dopo laurea, quando sono rimasta folgorata dall’Urbanistica Partecipata, un approccio che integra il coinvolgimento attivo di cittadini, istituzioni e stakeholder nei processi di pianificazione e trasformazione urbana, senza però sottrarre alla politica il suo ruolo decisionale!
All’epoca ero molto attiva nei comitati di quartiere del mio Municipio, spesso tra le pochissime donne ai tavoli di confronto tra gruppi informali e costituiti! Anche lì la diffidenza iniziale ha ceduto il passo all’impegno, all’apertura, al dialogo, al desiderio di arrivare ad una soluzione buona per tutti all’interno di una battaglia comune.
Il terzo esempio chiede una premessa doverosa.
Visto che il mio faro continuava ad essere l’Urbanistica Partecipata, non ho mai smesso di studiare: ho frequentato Master sulla Pianificazione Partecipata in giro per le università italiane tra sacrifici economici, tempo, lavoro, famiglia, viaggi in treno.
Ho lavorato al Piano Regolatore delle Bambine e dei Bambini di Roma dove il coinvolgimento delle comunità scolastiche mirava a rendere gli spazi urbani più sicuri, accessibili favorendo autonomia, socialità e benessere. In questa ottica sono stata chiamata anche da diverse Amministrazioni Comunali Toscane per integrare i processi partecipativi e l’ascolto del territorio nei loro Piani Strutturali.
Quando ho scelto di entrare a Risorse per Roma, l’ho fatto con razionalità, non con la passione che mi contraddistingue. Ero in un momento di grande fragilità personale ed ero pienamente consapevole che in Azienda i processi partecipativi erano qualcosa di marginale, mera informazione. Ero chiamata non certo per le mie competenze sulla pianificazione partecipata!
Nel tempo i processi partecipativi e l’ascolto del territorio sono diventati obbligatori e propedeutici all’approvazione dei progetti di trasformazione urbana, per cui Risorse per Roma ha evoluto il suo approccio, ha deciso di dotarsi di una struttura permanente e io ho trovato un ruolo che mi permette di mettere in pratica quanto ho studiato, la mia esperienza, la mia professionalità e anche la mia passione.
Oggi mi occupo della Progettazione, Gestione e Facilitazione dei Processi Partecipativi che si fanno nei Programmi di Trasformazione Urbana, per cui quella specializzazione che ho tanto inseguito è diventata il mio valore aggiunto anche nella mia Azienda.
Ecco il famoso terzo esempio: durante gli incontri partecipativi vengo accolta con iniziale diffidenza e scetticismo. Talvolta, in quanto donna, percepisco resistenza da parte dei partecipanti, spesso uomini d’età, nel farsi accompagnare nelle dinamiche di gruppo. È quella sottile barriera invisibile che molte donne incontrano nei ruoli di leadership, dove l'autorevolezza femminile viene istintivamente messa in discussione prima ancora di valutarne le competenze.
Questa realtà riflette il cammino ancora lungo verso la vera parità di genere. Noi donne ci troviamo spesso a dover dimostrare il doppio della competenza, a dover giustificare la nostra presenza in certi ambienti, a dover conquistare quello spazio che per altri è dato per scontato. Non basta essere preparate, dobbiamo essere impeccabili. Non basta essere determinate, dobbiamo essere instancabili.
Mi conquisto l'autorevolezza attraverso un impegno quotidiano e costante: creando un clima di ascolto autentico e inclusività; costruendo un ambiente aperto e accogliente ai bisogni, alle idee e alle riflessioni di tutti. È un lavoro continuo che richiede energia, resilienza e la capacità di non arrendersi di fronte agli ostacoli.
Credo fermamente che la strada verso la parità passi attraverso questo impegno collettivo e individuale che dobbiamo fare in Azienda. Come donne, portiamo avanti questa battaglia ogni giorno, in ogni riunione, in ogni progetto, affinché le generazioni future possano trovare porte già aperte invece di doverle sfondare. E quando vedo lo sguardo di stima e fiducia che si forma nei miei interlocutori, comprendo che ogni piccolo passo è importante in questo percorso di cambiamento culturale.

La certificazione per la parità di genere ottenuta dalla nostra Azienda è solo l'inizio. Sta a noi, a tutti noi, trasformarla da documento formale a pratica quotidiana, da obiettivo raggiunto a nuovo punto di partenza.

 

Data ultimo aggiornamento: 16.03.2025

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